Una lunga spiaggia di sabbia dove abbandonarsi al sole, una splendida pineta per ritrovare il piacere di passeggiare a contatto con la natura, la buona tavola. Non solo mare, ma collina e campagna, un patrimonio artistico di grande interesse e un clima eccezionale tutto l’anno. Se a questo aggiungiamo un folklore genuino, le ragioni per andarci in vacanza diventano molte di più. Ginosa è tutto questo.
Gli studi del materiale archeologico che vi è stato ritrovato dimostrano la sua esistenza già in età greca. Numerose tombe d’età classica sono state riportate alla luce anche nell’area di Marina di Ginosa, frequentato centro turistico balneare – Riva dei Tessali è tra le sue località più rinomate – noto per le sue interminabili distese sabbiose alle cui spalle si estende una lussureggiante vegetazione di pini d’Aleppo. Tra le foci del Bradano a sud-ovest e del torrente Galeso a nord-est, si estende anche una delle ultime zone umide della costa occidentale, la più estesa ed isolata: è il Lago Salinella, con la sua superficie di circa 90 ettari, popolata da una ricca fauna ittica e raggiungibile soltanto attraverso sentieri sterrati.
Circondato su tre lati da una profonda gravina, a 240 metri sotto il livello del mare, il centro storico, fortificato da Manfredi di Svevia, in epoca medioevale fu sede di importanti insediamenti rupestri. Le sue case paiono in bilico sulle bianche rocce scoscese, interrotte soltanto da boschi e cespugli della macchia mediterranea. A precipizio sulla gravina sorge anche il Castello a pianta quadrata della seconda metà del XV secolo, in seguito trasformato dalla famiglia Doria in un’abitazione signorile di tipo rinascimentale, ancora oggi vi si accede oltrepassando un ponte che, un tempo, era levatoio. Grande attenzione meritano molte delle grotte che costellano le pareti della gravina, ricche di insediamenti rupestri con chiese finemente decorate da affreschi dei secolo XII-XIV; la Cripta di San Bartolomeo, con i suoi eleganti affreschi in buono stato di conservazione, la Cripta di Santa Sofia I e la Chiesa di Santa Barbara, in cui si conserva ancora un affresco della santa.
La suggestiva rievocazione della Passio Christi, celebrata da circa trecento figuranti in costume, ogni anno fa registrare un gran numero di presenze nella Gravina Casale, dove si conservano i resti della Cripta di Santa Domenica che una struttura architettonica a tre navate con tre absidi e calotte ed è affrescata con dipinti della santa, del Cristo Pantocratore e del Cristo Giudice.