Il castello di Ginosa arroccato su una rupe che sovrasta i due villaggi rupestri di Rivolta e Casale (foto 1), è citato per la prima volta nello Statuto di riparazione dei castelli fatto redigere da Federico II di Svevia nel secondo quarto del XIII secolo. Tuttavia le ricerche effettuate, compresi gli scavi archeologici all’interno, ne attestano la costruzione in un periodo compreso tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, ovvero nel corso del primo infeudamento normanno del territorio voluto da Roberto il Guiscardo e realizzato da Riccardo d’Altavilla, detto il Senescalco. Ad avallare tale ipotesi ci sono documenti attestanti la fortificazione del castrum Genusium, tra cui il catalogus Baronum riflettente la situazione amministrativa ordinata da Ruggero II dopo il 1144.
Originariamente la struttura constava del solo mastio rettangolare, disposto su tre piani, al quale furono successivamente aggiunti altri corpi di fabbrica (foto 2). Infatti, tra il 1496 e il 1515 l’impianto viene ampliato dal barone Antonio Grisone che fa realizzare gli ambienti a nord della torre. Nel 1622 la struttura viene così descritta dal cantore Cesare Cisternino: vi è un bellissimo Castello e Palagio, abitazione per comodità del Padrone, e Signori di detta terra, con due bellissimi appartamenti, con sale, camere assai, ornate di ogni sorta di comodità, e con una Torre inespugnabile. L’aspetto attuale del castello è frutto di ulteriori aggiunte di corpi di fabbrica operate tra il XVII e il XIX secolo fra cui, per ultima, la costruzione della facciata principale per opera del feudatario Ferdinando Ferretti.
Le indagini realizzate sul pianoro retrostante il castello suggeriscono una lunga frequentazione del sito. La fase più antica è rappresentata da una serie di buche di palo che descrivono il perimetro di una capanna risalente all’età del Bronzo Medio. Numerosi rinvenimenti ceramici (sub-geometrica di produzione peuceta, ceramica a vernice nera, a pasta grigia e sigillata di età classica) lasciano ipotizzare una frequentazione del sito anche per i secoli a cavallo tra il VI e il II a.C. Notevoli, inoltre, sono i segni lasciati dall’utilizzo del pianoro quale area di necropoli in età bizantina, sulla quale, a partire dalla fine dell’XI secolo, furono realizzate una serie di strutture, probabilmente funzionale al castello, distrutte nel tardo XIII secolo (foto 3).