Laterza (340 metri sul livello del mare) è oasi regionale di protezione, vista la presenza di varie specie animali e del raro avvoltoio capovaccaio. All'interno dell'oasi, per gli amanti dell'arrampicata, la falesia di Tomahawk, con 21 vie, permette di praticare climbing da settembre a maggio. Ancora affrescate sono molte chiese rupestri della Gravina, tra cui Sant' Antonio del Fuoco, e Cristo Giudice, ed ancora quelle di San Giorgio, San Giacomo e San Francesco.
Meta di pellegrinaggi è oggi il Santuario di Maria SS. Mater Domini (1736-1753), accanto alla Chiesa rupestre di Santa Domenica, ancora affrescata da due dipinti con iscrizioni del XII-XIII sec. circa e, dove, secondo la tradizione, nel 1650 apparve la Madonna. Nei suoi pressi è la sorgente della medievale "fonte vetere", così detta per distinguerla dalla "nuova fontana" costruita, nel 1544, dal marchese Pietro Antonio D'Azzia Brancaccio che, per collegarle, fece realizzare anche un lungo acquedotto sotterraneo percorribile con condotte per acqua in carparo a cielo aperto.
A difesa della parte settentrionale dell'abitato, verso il Piano, sorge un imponente Castello a pianta trapezoidale, di cui si intravede il profondo fossato d'età medievale. Eretto forse sui resti di un'antica costruzione magnogreca, nel 1393 fu ricostruito a base quadrilatera sotto i feudatari Principi Angioini di Taranto.
Domina l'intero centro storico la Chiesa Matrice di San Lorenzo Martire (1404-1414), con facciata tardogotica, coronata ad archi inflessi, abbellita da un fine rosone, due occhi e un piccolo portale cuspidato e due lunette con affreschi del XV secolo.
E’ d'obbligo una visita alla Cantina spagnola, unico ipogeo di carattere non sacro del Mezzogiorno; alla Chiesa dell'Assunta, già abbazia benedettina e poi florense di Santa Maria la Grande; alla Fornace medievale scavata nella roccia, ultima testimonianza storica della celebre maiolica di Laterza, in auge tra il '500 ed il '700, ed i cui pezzi arricchiscono collezioni private e musei sparsi per il mondo. Da non mancare è una visita guidata al locale Museo della civiltà contadina.
Per i buongustai è consigliato un tour enogastronomico tra i numerosi fornelli per assaggiare agnello, salsicce, salsicciotti (zampini) ed involtini, accompagnati da focaccia e pane laertino, tipiche produzioni da forno, con latticini locali; il tutto innaffiato dal rosso primitivo.