Localizzazione geografico-amministrativa |
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Stato | Regione | Provincia | Comune | Località/indirizzo | |
Oggetto |
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Definizione e/o denominazione dello scavo | Precisazione tipologica del rinvenimento | ||||
Via S. Francesco Saverio | stratigrafia di età peuceta livelli abitativi | ||||
Localizzazione catastale |
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Comune | Foglio | Particella | |||
Ginosa | 144 allegato B | ||||
Georeferenziazione |
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Longitudine Est | Latitudine Nord | Quota SLM | |||
225 | |||||
Dati di scavo |
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Ente responsabile | Responsabile scientifico e/o di scavo | Data | Sigla per citazione | ||
SAP | 1983-01-01 | ||||
Bibliografia specifica |
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E. M. De Juliis (1983), Provincia di Taranto, in “Atti del XXIII Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia”, p. 430. T. Schojer (1988), Ginosa (Taranto), via S. Francesco Saverio, in “Taras”, VIII, 1-2, pp. 114-115. | |||||
Cronologia |
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Cronologia generica | Fascia e/o frazione cronologica di riferimento | ||||
età del ferro, età peuceta | VIII-IV sec. a.C. | ||||
Misure |
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Superficie | Larghezza | Lunghezza | |||
50.00 | 2.50 | 20.00 | |||
Dati analitici |
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Descrizione | |||||
Un primo intervento di scavo fu eseguito nel 1983 dal dott. Alessio durante il quale ci si limito: «a ripulire una parete di terra lunga circa 15 metri ed alta 5, mettendo in luce una complessa stratigrafia. Partendo dal basso è stato riconosciuto un fondo di capanna della I età del Ferro. Da un fornello provengono i frammenti, che hanno permesso la parziale ricostruzione di un’olla biconica, tipica del Geometrico japigio […] A questa capanna, databile verso la metà dell’VIII sec. a.C., si sovrappone un altro momento di frequentazione, i cui resti si estendono lungo l’intera parete. Questa fase, distante poco più di un secolo dalla precednte, è caratterizzata da frammenti di vasi subgeometrici peucezi monocromi e, in misura minore, bicromi (cfr. la ceramica coeva di Botromagno); si è recuperato anche un labbro di coppa a filetti. Questo livello è disturbato, in un punto, da una fossa di scarico contenente ceramica peucezia del VI sec. a.C. L’impostazione di un silos, formato da un enorme pithos in pietra […] va messa in relazione con altre strutture […] I frammenti provenienti dal silos […] ci riportano ad una datazione intorno alla metà del V sec. a.C.». Nel 1987 un secondo intervento fu effettuato dalla dott.sa Schojer: «è stata così aperta […] una trincea est-ovest di m 20 x 2,5 […] il considerevole interro di terreno ghiaioso ha permesso però che si riuscisse a mettere in luce appena i livelli superiori, rappresentati da strutture abitative inquadrabili tra il VI e il IV secolo a.C. Sono stati parzialmente intercettati due ambienti quadrangolari, con muri di fondazione in pietrame informe di medie e piccole dimensioni ed orientamento nord-sud; all’interno si è individuato il crollo di pietre e tegole, relativo all’alzato dei muri e al tetto, sigillante il piano di calpestio costituito da semplice terra battuta» |
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Bibliografia |
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Autore | Titolo | Luogo / anno di edizione | |||
Notizie storico critiche | |||||
Le due campagne di scavo consentirono d’individuare per la prima volta le tracce dell’abitato indigeno, poiché tutti i precedenti interventi avevano messo in luce solo aree di necropoli. |
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Citazione completa | |||||
Documentazione grafica e/o fotografica |
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Genere | Tipo | Autore | Scala | Ente proprietario | Data |