Localizzazione geografico-amministrativa |
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Stato | Regione | Provincia | Comune | Località/indirizzo | |
Oggetto |
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Definizione e/o denominazione dello scavo | Precisazione tipologica del rinvenimento | ||||
cantiere fogna 1933 | stratigrafia di età magnogreca necropoli | ||||
Localizzazione catastale |
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Comune | Foglio | Particella | |||
Ginosa | 144 allegato D | ||||
Georeferenziazione |
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Longitudine Est | Latitudine Nord | Quota SLM | |||
253 | |||||
Dati di scavo |
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Ente responsabile | Responsabile scientifico e/o di scavo | Data | Sigla per citazione | ||
SAP | 1933-07-01 | ||||
Bibliografia specifica |
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Angela Capurso (1985), Ginosa Antica, Bari, pp. 18-19. | |||||
Cronologia |
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Cronologia generica | Fascia e/o frazione cronologica di riferimento | ||||
età peuceta | VI – inizi III sec. a.C. | ||||
Misure |
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Superficie | Larghezza | Lunghezza | |||
Dati analitici |
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Descrizione | |||||
«Un consistente recupero dei materiali provenienti da una necropoli distrutta sita al centro del paese fu effettuato nel luglio del 1933. Già il 16 febbraio dello stesso anno il podestà di Ginosa, Vittorio di Bartolo, comunicava al Museo di Taranto che nella sede del locale Municipio erano depositati numerosi vasi antichi provenienti da tombe scoperte in Via Salento, durante i lavori di scavo per la costruzione della nuova rete fognaria. […] Il corredo della prima tomba comprendeva un cratere apulo a mascheroni a testa di medusa con anse terminanti a testa di cigno, con una scena di offerta presso l’heroon al cui interno è raffigurato un giovane nudo che pone la mano destra sul capo di un fanciullo che gli presenta una cista, due anfore apule a figure rosse attribuite al Pittore di Ginosa e una hydria apula del Pittore di Varrese. La seconda tomba risultava coeva alla precedente. Si rinvenne un cratere apulo a figure rosse del Pittore di Ginosa, una pelike attribuita agli ultimi seguaci del Pittore degli Inferi, uno skyphos di tipo corinzio appartenente al Gruppo del Vaticano Y 14, uno skyphos, una epichysis e un kyathon a vernice nera e due pentolini monoansati di argilla grezza. Buona parte del materiale sparso recuperato proveniente da tombe indistinte era però costituito da ceramica geometrica peuceta […]. La presenza della ceramica geometrica e delle coppe ioniche B 2 documenta la frequentazione della necropoli in pieno VI secolo a.C. […] Dall’esame del materiale raccolto è quindi possibile dedurre che l’area nei pressi di Via Salento venne occupata dal VI sec. a.C. da una necropoli utilizzata fino al IV- inizi III secolo a.C.» |
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Bibliografia |
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Autore | Titolo | Luogo / anno di edizione | |||
Notizie storico critiche | |||||
Il primo cratere descritto fu pubblicato per la prima volta da Scarfì (Due pittori apuli della seconda metà del secolo IV a.C., in “Archeologia Classica”, 11, 1959, p. 181) che lo attribuì alla mano di un ceramografo apulo indicato come Pittore A del gruppo degli Heroa. Invece Trendall (The red-figured vases of Apulia, I-III, Oxford 1982, p. 463) attribuisce il manufatto al pittore di Copenhagen 4223, attivo nella seconda metà del IV sec. a.C. |
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Citazione completa | |||||
Documentazione grafica e/o fotografica |
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Genere | Tipo | Autore | Scala | Ente proprietario | Data |